Territori pregiati

Vigneti, il Barolo batte Bordeaux, Borgogna e Champagne

Il Wealth Report 2025 di Knight Frank ha realizzato una mappa delle quotazioni tra i filari del mondo

di Paola Jadeluca 31 Marzo 2025 09:23

financialounge -  barolo economia enogastronomia privateconomy vigneti vini Viticoltori
Barolo batte Bordeaux, Borgogna e Champagne nelle quotazioni dei vigneti. Il consumo di vino crolla, ma il valore delle aree vitate più pregiate non perde quota. Nel Wealth Report 2025 di Knight Frank, una sezione è dedicata al “Message in a bottle”, dove viene presentata la mappa delle aree vitate di maggior pregio e di  quelle che perdono valore. Il report è realizzato da Andrew Shirley con il supporto di esperti locali. In alcune regioni, come l'Argentina,  e la Borgogna e la Champagne in Francia, le vigne blasonate mantengono quotazioni molto elevate grazie a un insieme di fattori: investimenti esteri, la forza del marchio o l'offerta limitata. Al contrario, altre aree lottano con la sovrapproduzione e la domanda mutevole, come si è visto in alcuni reportage video e web sugli espianti, proprio a Bordeaux. La grande sorpresa è l’Italia, considerata tra quelle a maggiore crescita: nel nostro paese l’area di produzione del Barolo ha addirittura sorpassato la Champagne e il Bordeaux e anche la Borgogna, con una valutazione media dei vigneti a 2 milioni e 80 mila dollari all’ettaro.

LA FRANCIA A LUCI E OMBRE


Procediamo con ordine. Partiamo proprio dalla Francia, storicamente considerata la patria dei vini più prestigiosi al mondo. I valori dei vigneti sono sempre stati molto variabili in Francia, con vitigni in aree designate come appellation d’origine contrôlée (AOC) e quelle, come la Provenza, che sono popolari tra gli acquirenti di seconde case e di stili di vita. Tuttavia, il divario sembra ampliarsi. Secondo i dati dell'autorità catastale francese SAFER, il prezzo medio per i vigneti AOC è attualmente di circa 150.000 euro all’ettaro, ma scende a soli 15.000 per le aree non AOC.

A Bordeaux, patria della maggior parte dei vini da investimento del mondo, i prezzi variano anche ampiamente. Tuttavia, solo i vigneti più prestigiosi, che possono essere venduti per ben oltre 1 milione di euro all’ettaro – e che comunque raramente arrivano sul mercato- troverebbero acquirenti al momento, come sottolinea Nicolas Parmentier, responsabile delle transazioni dei vigneti presso Janssens Knight Frank. Parliamo di grand cru come Petrus, Haut Brion, Pomerol, Lafite Rothschild. Secondo gli esperti di Knight Frank i dati ufficiali SAFER, che mostrano un prezzo di vendita medio per i vigneti AOC di 109.000 euro all’ettaro e un calo annuale dei valori di appena il 4%, non riflettono accuratamente le sfide che la regione deve affrontare. "Solo circa il 5% dei vigneti se la passa bene. Migliaia di ettari vengono sradicati", spiega Parmentier. Entro il 2025, verranno estirpati in Francia circa 30 mila ettare di di filari, le regioni più interessate Languedoc-Roussillon e Bordeaux. ciò riflette la pressione crescente su aree storicamente trainanti per la viticoltura francese. Più offerta, meno domanda, la sovraproduzione colpisce i prodotti di massa.

I prezzi per i vigneti più iconici della Borgogna possono ancora superare 1 milione di euro per ettaro, senza indebolimento dei valori. In particolare la Côte de Nuits dove nasce il vino più famoso al mondo, Domaine de la Romanée-Conti. La regione dello Champagne, nonostante “pompi fuori enormi volumi di roba frizzante ogni anno”, come scrivono gli esperti di Knight Frank, sembra anche essa immune alla crisi globale, con i valori dei vigneti che, al contrario, aumentano del 2% il loro lavoro, a quota 1 milione e 50mila dollari Usa.

ITALIA IN GRANDE VALUTAZIONE


Piemonte e Toscana hanno raggiunto nei territori più vocati quotazioni record dei vigneti. I Cru e gran Cru, per usare una terminologia francese, arrivano in Barolo a 2.080.000 dollari Usa, più che a Bordeaux e in Borgogna e nella zona dello Champagne. Per capire il valore di questo angolo di Piemonte,basta citare alcuni produttori di fama mondiale: Gaja, la cantina portata nell’Olimpo mondiale da Angelo Gaia, oggi affiancato dai figli Gaia, Rossana e Giovanni. Gaja ha scalato le posizioni nel Liv-ex, la Wall Street dei Fine Wine, a fine 2024, attestandosi in seconda posizione, dove ha scalzato le etichette di Bordeaux e Borgogna. Anche Conterno e Bruno Giacosa sono icone delle Langhe: Barolo, infatti, è solo uno dei castelli compresi nell’area della produzione di Barolo e Barbaresco, ma all’estero è più facile identificare così tutto il territorio legaldolo al nome del vino. A Montalcino, le cantine del Brunello di Montalcino arrivano a  910.000 dollari al metro quadrato. Non dimentichiamo che due Brunello hanno conquistato il primato mondiale di Wine Spectator, prima nel 2006, Casanova di Neri “Tenuta Nuova”2001 e poi, nel 2023, la cantina di Argiano con l’annata 2018. Argiano è stata acquisita dal tycoon brasiliano André Santos Esteves, per dare un’idea dell’attrattività di certi territori. Tra i 100 top di Wine Spectator del 2024 l’Italia è la più rappresentata, e questi ci sono quattro Brunelli.

VIGNETI, LA RINCORSA UK


Alcuni produttori di champagne, come Taittinger, hanno richiamato l’attenzione delle cronache perché sono andati a produrre bollicine in Uk. I cambiamenti climatici spingono la viticoltura sempre più a Nord, e la Gran Bretagna ha beneficiato di questo cambiamento. La contea di Essex in particolare, a sud ovest di Londra, ha fatto registrare un incremento del 20% del prezzo dei vigneti, oggi a 120.000 euro all’ettaro. In questo angolo di Uk si contano 400 ettari di vigneti di nuovo impianto, e si producono attualmente solo 2 milioni di bottiglie. Ma il trend è in salita. Più a sud, nel Kent e nel Sussex, dove invece la viticoltura è più radicata e si producono già 13 milioni di bottiglie, i prezzi si sono stabilizzati a 110mila dollari. Le tre contee superano comunque le quotazioni della Costa della Provenza- 100mila dollari all’ettaro - dove pure si producono rosé apprezzati in tutto il mondo e dove i big del lusso, come Lvmh hanno acquistato poderi.

CILE E ARGENTINA


E’ un cileno, un Cabernet Sauvignon, il vino al primo posto nella Top 100 2024 di Wine Spectator, Viña Don Melchor –  Puente Alto Vineyard 2021, realtà indipendente ma riferibile alla galassia di Concha y Toro. Grandi volumi e punte di eccellenza, dunque, per quella che è la più grande casa vinicola del Sud America. Viña Don Melchor si produce ai piedi delle Ande, nella Maipo Valley, zona particolarmente vocata. E’ nella valle di Colchagua, invece, che la crisi ha colpito. "Negli ultimi anni, i prezzi dell'uva sono stati terribili", afferma per Knight Frank, Matt Ridgway di Chile Investments. Tuttavia, la disponibilità di opzioni alternative, come la piantagione di ciliegie, significa che i valori dei terreni non sono scesi. "La gente non vende in perdita", nota Ridgway. Dunque, “Non ci sono ancora affari" per chi vuole investire. Il prezzo dei vigneti staziona a 70mila dollari all’etto.

Altrove in America Latina, una tendenza simile si sta osservando nella regione di Mendoza in Argentina, afferma Patrick Kinnersly dell'agente immobiliare Contacto Propiedades. "Molte viti sono state sostituite da verdure. L'aglio è ora una delle nostre maggiori esportazioni". Nonostante ciò, i prezzi dei vigneti sono rimasti stabili nel 2024. "Stiamo assistendo a più investimenti esteri dalle riforme economiche del presidente Javier Milei e le aziende sono più ottimiste". I prezzi sono stabili, a 40mila all’ettaro.

USA PREOCCUPATA PER TRUMP: EFFETTO SUI VIGNETI


Anche i viticoltori delle più grandi regioni vitivinicole degli Usa sono in ansia, aspettano di vedere quale impatto potrebbe avere il secondo mandato del presidente Donald Trump su un mercato che sta già risentendo della pressione del calo dei consumi. Espellere gli immigrati che svolgono molto lavoro nei vigneti farebbe aumentare i costi di produzione, mentre l'implementazione delle tariffe colpirebbe le esportazioni, sottolinea David Ashcraft di Vintroux Real Estate, specializzata nei mercati di Napa e Sonoma Valley. I valori dei vigneti di prima qualità di Napa restano stabili, ma i prezzi nelle aree meno pregiato potrebbero essere scesi dal 10% al 30%, nel 2024, stima Ashcraft.

I DAZI PUNITIVI PER L’AUSTRALIA E LA RIPRESA DELLA NEOZELANDA


Il mercato vinicolo australiano conosce fin troppo bene i danni che possono causare le tariffe commerciali. Le esportazioni di vino in Cina sono ammontate a 1,4 miliardi di dollari australiani nel 2019, i vini australiani hanno corso nel Dragone, grazie a fini strategie di marketing. Ma una recente disputa commerciale ha imposto dazi punitivi sulle importazioni da parte del governo cinese e questo ha fatto crollare le vendite praticamente a zero nel 2023. I dazi sono stati revocati nell'aprile 2024, ma è probabile che i prezzi dei vigneti nella regione di Riverland, nel Sud Australia, siano ancora diminuiti fino al 50% l'anno scorso, afferma a Knight Frank Jason Oster, specialista in agroalimentare.  Le aree con vigneti che forniscono uva in grandi quantità a produttori di vino su larga scala sono le più esposte. La regione neozelandese di Marlborough, ad esempio, ha visto i valori dei vigneti corretti fino al 33% nel 2024 dopo aver raggiunto un picco nel 2023.socio locale di Knight Frank. "Molte aziende avevano ancora scorte del 2023 e i prezzi del vino sfuso sono scesi da 7 dollari neozelandesi a 3 al litro". Lindsay non è troppo pessimista, però. "Il marchio Marlborough Sauvignon è molto forte e penso che siamo vicini al fondo della crisi. Ora è una buona opportunità per acquistare vigneti ai prezzi del 2019", è la valutazione di Jason Oster, specialista di agribusiness e valutatore presso Knight Frank Australia. I prezzi nella Barossa Valley, che produce vini di valore più elevato, hanno registrato diminuzioni minori,-10%  aggiunge, a 60.000 dollari usa all’ettaro. "Gli acquirenti, compresi gli HNW cinesi, stanno tornando sul mercato” spiega Kinnersly.

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