Politica commerciale
Il ceo di JP Morgan, Jamie Dimon, si scaglia contro i dazi di Trump
Per il magnate americano “è probabile che assisteremo a risultati inflazionistici, non solo sui beni importati ma anche sui prezzi nazionali”
di Annalisa Lospinuso 7 Aprile 2025 13:01

Anche il ceo di JP Morgan, Jamie Dimon, si aggiunge alle voci dei grandi di Wall Street contro i dazi di Donald Trump. Il magnate americano prevede che i dazi reciproci su oltre 60 Paesi faranno probabilmente aumentare i prezzi sia dei beni nazionali che di quelli importati, gravando su un’economia statunitense che era già in rallentamento. Oggi le azioni globali sono crollate, aggravando una crisi che aveva fatto perdere più di cinquemila miliardi di dollari alle azioni statunitensi giovedì e venerdì.
Già la scorsa settimana JP Morgan aveva alzato al 60% la possibilità di una recessione statunitense, ora Dimon, nella sua lettera annuale agli azionisti, sottolinea che “è probabile che ci siano importanti effetti a breve termine, è probabile che assisteremo a risultati inflazionistici, non solo sui beni importati ma anche sui prezzi nazionali, poiché i costi di input aumentano e la domanda di prodotti nazionali aumenta”.
“Se il menu dei dazi provochi o meno una recessione resta un mistero, ma rallenterà la crescita”, continua il ceo di JP Morgan. “Più velocemente questo problema verrà risolto – si legge nella lettera – meglio sarà, perché alcuni degli effetti negativi aumenteranno cumulativamente nel tempo e sarebbero difficili da invertire. Nel breve periodo, vedo questo come una grande goccia d’acqua in più sulla schiena del cammello”.
Con un’inflazione in ripresa, più di quanto non ci attendesse, i tassi di interesse potrebbero rimanere elevati anche se l’economia rallenta, secondo Dimon. Considerando che i dazi si inseriscono in un contesto già complesso per l’economia mondiale, il ceo di JP Morgan sottolinea come si sia innescata una forte reazione dei mercati. “Se il menu dei dazi provocherà o meno una recessione resta un mistero, ma rallenterà la crescita”, aggiunge.
“Quanto prima si risolve questo problema, tanto meglio, perché alcuni degli effetti negativi aumentano cumulativamente nel tempo e sarebbero difficili da invertire”, scrive Dimon, “spero che dopo le negoziazioni, ‘'effetto a lungo termine avrà qualche beneficio positivo per gli Stati Uniti”.
JP MORGAN ALZA LE PREVISIONI DI RECESSIONE
Già la scorsa settimana JP Morgan aveva alzato al 60% la possibilità di una recessione statunitense, ora Dimon, nella sua lettera annuale agli azionisti, sottolinea che “è probabile che ci siano importanti effetti a breve termine, è probabile che assisteremo a risultati inflazionistici, non solo sui beni importati ma anche sui prezzi nazionali, poiché i costi di input aumentano e la domanda di prodotti nazionali aumenta”.
DAZI RALLENTERANNO LA CRESCITA
“Se il menu dei dazi provochi o meno una recessione resta un mistero, ma rallenterà la crescita”, continua il ceo di JP Morgan. “Più velocemente questo problema verrà risolto – si legge nella lettera – meglio sarà, perché alcuni degli effetti negativi aumenteranno cumulativamente nel tempo e sarebbero difficili da invertire. Nel breve periodo, vedo questo come una grande goccia d’acqua in più sulla schiena del cammello”.
PIÙ INFLAZIONE E ZERO TAGLI
Con un’inflazione in ripresa, più di quanto non ci attendesse, i tassi di interesse potrebbero rimanere elevati anche se l’economia rallenta, secondo Dimon. Considerando che i dazi si inseriscono in un contesto già complesso per l’economia mondiale, il ceo di JP Morgan sottolinea come si sia innescata una forte reazione dei mercati. “Se il menu dei dazi provocherà o meno una recessione resta un mistero, ma rallenterà la crescita”, aggiunge.
SI SPERA NELLE NEGOZIAZIONI
“Quanto prima si risolve questo problema, tanto meglio, perché alcuni degli effetti negativi aumentano cumulativamente nel tempo e sarebbero difficili da invertire”, scrive Dimon, “spero che dopo le negoziazioni, ‘'effetto a lungo termine avrà qualche beneficio positivo per gli Stati Uniti”.
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