Commercio e mercati
Anche con i dazi può proseguire la rivalutazione degli asset europei
Wellington Management sottolinea la spinta alla crescita della Germania, ma avverte sui rischi di escalation protezionistica. Le implicazioni per Bce e politiche fiscali
di Stefano Caratelli 22 Aprile 2025 12:27

Proprio quando gli investitori stavano iniziando a valutare le potenzialità di crescita dell’Europa sono arrivati i dazi di Trump, poi ridotti per almeno 90 giorni. In una contesa tra tasse e dazi, quale approccio è vincente? E in che misura il potenziale europeo resta valido? Eoin O'Callaghan, Macro Strategist di Wellington Management, ritiene che i dazi non dovrebbero influenzare negativamente la revisione delle valutazioni europee, osservando che il recente cambiamento di politica fiscale in Germania ha iniziato a modificare il potenziale strutturale dell’Europa e la rivalutazione dei suoi asset.
La tregua sui dazi di Trump riduce inoltre l'impatto negativo sulla crescita dell'Eurozona, ma l'effetto sul PIL sarà comunque rilevante, perché un dazio globale del 10%, con il 150% per la Cina, potrebbe ridurre di circa l'1% la crescita europea quest'anno. Ma, secondo l’esperto di Wellington, finché si eviteranno scenari estremi di guerre commerciali la rivalutazione strutturale relativa dell'Europa continuerà, e i dazi potrebbero addirittura accelerare il processo. Se i dazi rimarranno invariati, secondo O'Callaghan nel tempo dovrebbe prevalere l'impulso alla crescita della Germania, con un incremento stimato di almeno 1 punto percentuale l'anno e di 0,3 punti nell'Eurozona.
I dazi mirano a ridurre lo squilibrio commerciale tra Europa e USA, ma un minor flusso di capitali dall'Europa verso gli asset americani potrebbe ridurre il divario di valutazione tra i due mercati, argomenta O'Callaghan, notando che l'Europa vanta uno stock di 15.000 miliardi di dollari in attività USA che potrebbero ora essere rivalutate e in parte rimpatriate. Tuttavia, i potrebbero intensificarsi ed evolvere in guerra commerciale globale. Uno scenario meno probabile ora che Trump ha moderato le posizioni più aggressive. Il rischio merita comunque attenzione, e i negoziati USA-UE potrebbero subire un'interruzione, ma l'UE potrebbe proporre l'acquisto di maggiori quantità di gas e attrezzature militari USA.
In caso di rottura, l'Europa potrebbe veder aggravato ulteriormente il freno alla crescita, se decidesse di incrementare i dazi verso altri Paesi per proteggersi dal dumping, come quello della Cina. Per quanto riguarda le implicazioni per la Bce, gli ultimi sviluppi indicano un aumento della probabilità di un ulteriore allentamento per compensare l'impatto dei dazi sulla crescita, mentre il rialzo dell'euro e il calo dei prezzi delle materie prime influenzeranno anche l'inflazione, con un tasso terminale tra 1,50% e 1,75%.
In conclusione, secondo l’esperto di Wellington, la rivalutazione degli asset europei rispetto ad altri mercati dovrebbe continuare con gli attuali dazi, mentre la svolta della politica fiscale tedesca potrebbe dominare l'impatto dei dazi USA sui flussi di capitale tra Europa e Stati Uniti, riducendo il divario di valutazione. Ma un’escalation del protezionismo globale renderebbe la situazione più incerta.
DA EVITARE SCENARI ESTREMI DI GUERRA COMMERCIALE
La tregua sui dazi di Trump riduce inoltre l'impatto negativo sulla crescita dell'Eurozona, ma l'effetto sul PIL sarà comunque rilevante, perché un dazio globale del 10%, con il 150% per la Cina, potrebbe ridurre di circa l'1% la crescita europea quest'anno. Ma, secondo l’esperto di Wellington, finché si eviteranno scenari estremi di guerre commerciali la rivalutazione strutturale relativa dell'Europa continuerà, e i dazi potrebbero addirittura accelerare il processo. Se i dazi rimarranno invariati, secondo O'Callaghan nel tempo dovrebbe prevalere l'impulso alla crescita della Germania, con un incremento stimato di almeno 1 punto percentuale l'anno e di 0,3 punti nell'Eurozona.
POTREBBE RIDURSI IL DIVARIO DI VALUTAZIONE TRA USA E UE
I dazi mirano a ridurre lo squilibrio commerciale tra Europa e USA, ma un minor flusso di capitali dall'Europa verso gli asset americani potrebbe ridurre il divario di valutazione tra i due mercati, argomenta O'Callaghan, notando che l'Europa vanta uno stock di 15.000 miliardi di dollari in attività USA che potrebbero ora essere rivalutate e in parte rimpatriate. Tuttavia, i potrebbero intensificarsi ed evolvere in guerra commerciale globale. Uno scenario meno probabile ora che Trump ha moderato le posizioni più aggressive. Il rischio merita comunque attenzione, e i negoziati USA-UE potrebbero subire un'interruzione, ma l'UE potrebbe proporre l'acquisto di maggiori quantità di gas e attrezzature militari USA.
LE IMPLICAZIONI DEI DAZI PER LA BCE
In caso di rottura, l'Europa potrebbe veder aggravato ulteriormente il freno alla crescita, se decidesse di incrementare i dazi verso altri Paesi per proteggersi dal dumping, come quello della Cina. Per quanto riguarda le implicazioni per la Bce, gli ultimi sviluppi indicano un aumento della probabilità di un ulteriore allentamento per compensare l'impatto dei dazi sulla crescita, mentre il rialzo dell'euro e il calo dei prezzi delle materie prime influenzeranno anche l'inflazione, con un tasso terminale tra 1,50% e 1,75%.
LA RIVALUTAZIONE DEGLI ASSET EUROPEI
In conclusione, secondo l’esperto di Wellington, la rivalutazione degli asset europei rispetto ad altri mercati dovrebbe continuare con gli attuali dazi, mentre la svolta della politica fiscale tedesca potrebbe dominare l'impatto dei dazi USA sui flussi di capitale tra Europa e Stati Uniti, riducendo il divario di valutazione. Ma un’escalation del protezionismo globale renderebbe la situazione più incerta.