
Lo studio
Invesco esplora la relazione sinergica tra longevità e tecnologia
Nell'indagine “Innovage” promossa da Invesco sulla longevity economy la tecnologia viene valorizzata come emblema di progresso, futuro, e innovazione con una prevalenza di aspettative positive
di Leo Campagna 23 Aprile 2025 12:23

Uno degli aspetti centrali analizzati nell'indagine "Innovage" promossa da Invesco è la stretta relazione tra la longevità e la tecnologia. Dalle risposte del campione emerge un forte ingaggio emotivo in cui spiccano fattori emozionali quali scoperta, fascino, cooperazione, simbiosi, pervasività, connettività, fiducia, essenzialità, pragmatismo, timore, conflitto, dipendenza, pericolo. Alla domanda su quale tecnologia possa avere il maggiore impatto per garantire una buona qualità della vita in ottica di longevità, il podio delle risposte del campione è composto dalla telemedicina e il monitoraggio da remoto (46%), dall’intelligenza artificiale per la diagnosi medica (43%) e dal lavoro da remoto / lavoro da casa (33%).
Nell’ambito della salute, l’apporto della tecnologia è ritenuto cruciale per la prevenzione, grazie alle continue innovazioni e ai sensori indossabili, tramite i quali è possibile garantirsi un monitoraggio dei parametri vitali e addirittura anche una ‘prima diagnosi’ di disturbi in funzione preventiva. E’ possibile ricevere suggerimenti di comportamenti virtuosi (regime nutrizionale più appropriato, eventuali integratori, attività fisica) e funzioni salvavita con invio di avviso a familiari di situazioni di potenziale pericolo in tempo reale. Il tutto senza dimenticare le app che ricordano appuntamenti e medicine, i kit di esami per la diagnostica in locale con apparecchi medicali sempre più precisi per una diagnosi precoce.
Anche nell’ambito delle cure genetiche l’innovazione è destinata a svolgere un ruolo cruciale grazie alle terapie rigenerative, agli strumenti / robot per interventi chirurgici meno invasivi, ai farmaci moderni per patologie croniche, agli strumenti per la riabilitazione, agli organi artificiali per trapianti, alla medicina personalizzata e ai macchinari per la produzione di diagnosi corrette al 100%.
In base alla maggioranza del campione dell’indagine la tecnologia attuale sta contribuendo ad aumentare la qualità e quindi la longevità della vita semplificando la propria quotidianità. In casa, grazie ai comandi vocali di dispositivi tipo alexa, alle app che consentono di gestire tutto da remoto senza alzarsi dal divano (elettrodomestici, citofono, cancello …), ai robot che assistono quotidianamente le persone anziane/longeve, all’assistenza paramedica, ai device controllabili totalmente con movimenti oculari o addirittura con onde cerebrali. Fuori casa, invece, le innovazioni agevolano la vita quotidiana tramite i fascicoli sanitari elettronici, le prenotazioni online (viaggi, spesa …), il banking, gli smartphone sempre più sofisticati ma nello stesso tempo più user friendly, le interfacce utente sempre più intuitive e facili da utilizzare, i veicoli con auto-pilot per maggiore autonomia.
Per contro emerge il timore che la tecnologia si evolva in maniera così veloce e resti così complicata da risultare non accessibile a una popolazione con non molte competenze. Ulteriore barriera è il costo che potrebbe limitare un accesso a tutte le categorie: l’auspicio è che la tecnologia così come il suo costo sia calibrata rispetto ai bisogni e alle competenze degli utenti. Resta il fatto che l’esigenza di una maggiore familiarità con la tecnologia crea opportunità per start-up e professioni legate alla gestione, manutenzione e sviluppo delle applicazioni innovative. Al contempo incrementa la richiesta (e la sopravvivenza) di attività lavorative in cui la componente umana è imprescindibile con il bisogno di una formazione di più elevato standing. Aumenterà la coesistenza uomo-robot/tecnologia nei compiti manuali, ripetitivi e di precisione garantendo una maggiore efficienza e continuità, con costi minori, maggiore sicurezza e meno incidenti nel caso di mansioni pericolose.
L’intelligenza artificiale, infine, è un argomento di difficile comprensione tra i partecipanti all’indagine, soprattutto per quelli meno evoluti. Ad oggi prevale una percezione di aiuto/supporto nelle attività quotidiane e nelle funzioni aziendali non complesse (es. contabilità, data entry …) e nei compiti ripetitivi/manuali con l’eliminazione dei lavori alienanti/ripetitivi ma anche un potenziale rischio di disoccupazione. In un futuro più o meno lontano, se ne prospetta un’estensione a lavori più complessi e sofisticati con potenzialità interessanti nella diagnostica e nella robotica (anche in ambito medico). Si intravedono nuove opportunità lavorative sia in termini di strumenti, aziende (start-up incluse) e occupati ma urge un’educazione all’utilizzo dell’AI per comprenderne le sue potenzialità e i suoi limiti e capire come interagire.
SALUTE
Nell’ambito della salute, l’apporto della tecnologia è ritenuto cruciale per la prevenzione, grazie alle continue innovazioni e ai sensori indossabili, tramite i quali è possibile garantirsi un monitoraggio dei parametri vitali e addirittura anche una ‘prima diagnosi’ di disturbi in funzione preventiva. E’ possibile ricevere suggerimenti di comportamenti virtuosi (regime nutrizionale più appropriato, eventuali integratori, attività fisica) e funzioni salvavita con invio di avviso a familiari di situazioni di potenziale pericolo in tempo reale. Il tutto senza dimenticare le app che ricordano appuntamenti e medicine, i kit di esami per la diagnostica in locale con apparecchi medicali sempre più precisi per una diagnosi precoce.
CURE GENETICHE
Anche nell’ambito delle cure genetiche l’innovazione è destinata a svolgere un ruolo cruciale grazie alle terapie rigenerative, agli strumenti / robot per interventi chirurgici meno invasivi, ai farmaci moderni per patologie croniche, agli strumenti per la riabilitazione, agli organi artificiali per trapianti, alla medicina personalizzata e ai macchinari per la produzione di diagnosi corrette al 100%.
PIÙ QUALITÀ E PIÙ LONGEVITÀ
In base alla maggioranza del campione dell’indagine la tecnologia attuale sta contribuendo ad aumentare la qualità e quindi la longevità della vita semplificando la propria quotidianità. In casa, grazie ai comandi vocali di dispositivi tipo alexa, alle app che consentono di gestire tutto da remoto senza alzarsi dal divano (elettrodomestici, citofono, cancello …), ai robot che assistono quotidianamente le persone anziane/longeve, all’assistenza paramedica, ai device controllabili totalmente con movimenti oculari o addirittura con onde cerebrali. Fuori casa, invece, le innovazioni agevolano la vita quotidiana tramite i fascicoli sanitari elettronici, le prenotazioni online (viaggi, spesa …), il banking, gli smartphone sempre più sofisticati ma nello stesso tempo più user friendly, le interfacce utente sempre più intuitive e facili da utilizzare, i veicoli con auto-pilot per maggiore autonomia.
I TIMORI E LE NUOVE OPPORTUNITÀ
Per contro emerge il timore che la tecnologia si evolva in maniera così veloce e resti così complicata da risultare non accessibile a una popolazione con non molte competenze. Ulteriore barriera è il costo che potrebbe limitare un accesso a tutte le categorie: l’auspicio è che la tecnologia così come il suo costo sia calibrata rispetto ai bisogni e alle competenze degli utenti. Resta il fatto che l’esigenza di una maggiore familiarità con la tecnologia crea opportunità per start-up e professioni legate alla gestione, manutenzione e sviluppo delle applicazioni innovative. Al contempo incrementa la richiesta (e la sopravvivenza) di attività lavorative in cui la componente umana è imprescindibile con il bisogno di una formazione di più elevato standing. Aumenterà la coesistenza uomo-robot/tecnologia nei compiti manuali, ripetitivi e di precisione garantendo una maggiore efficienza e continuità, con costi minori, maggiore sicurezza e meno incidenti nel caso di mansioni pericolose.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
L’intelligenza artificiale, infine, è un argomento di difficile comprensione tra i partecipanti all’indagine, soprattutto per quelli meno evoluti. Ad oggi prevale una percezione di aiuto/supporto nelle attività quotidiane e nelle funzioni aziendali non complesse (es. contabilità, data entry …) e nei compiti ripetitivi/manuali con l’eliminazione dei lavori alienanti/ripetitivi ma anche un potenziale rischio di disoccupazione. In un futuro più o meno lontano, se ne prospetta un’estensione a lavori più complessi e sofisticati con potenzialità interessanti nella diagnostica e nella robotica (anche in ambito medico). Si intravedono nuove opportunità lavorative sia in termini di strumenti, aziende (start-up incluse) e occupati ma urge un’educazione all’utilizzo dell’AI per comprenderne le sue potenzialità e i suoi limiti e capire come interagire.