Prospettive economiche
Columbia Threadneedle Investments: gli Usa rischiano una recessione autoinflitta
Anthony Willis, Investment Manage, rileva che il sentiment debole di investitori e consumatori non è ancora visibile nei dati macro, ma la stagflazione è una possibilità concreta
di Stefano Caratelli 24 Aprile 2025 14:33

L'incertezza sui dazi continua a generare volatilità ma alcune indiscrezioni su potenziali accordi tra USA, Regno Unito, UE e Giappone offrono segni di cauto ottimismo. L’eccezionalismo americano è sempre più in discussione, la retorica di Trump nei confronti del Presidente della Fed Powell contribuisce ad alimentare l'incertezza, ma anche se i rischi macro aumentano al momento non si prevede una recessione USA mentre è più probabile uno scenario di stagflazione. I sondaggi mostrano segni di indebolimento della domanda dei consumatori ma resta da vedere se avranno un reale impatto sulla crescita.
Columbia Threadneedle Investments, nel weekly market outlook a cura di Anthony Willis, Investment Manager, aggiunge che anche la Cina ha manifestato la disponibilità a riaprire il dialogo, subordinandola a un atteggiamento più rispettoso degli USA. Secondo Willis è proprio possibile che gli USA si stiano imbarcando in un atto di autolesionismo economico, ed il rischio di recessione è chiaramente aumentato, ma per il momento non rappresenta la l’ipotesi di base di Columbia. Il posizionamento degli investitori e i sondaggi sono estremamente deboli, il che significa che potrebbero esserci rischi di rialzo nel caso di sorprese positive dai colloqui commerciali, se avranno luogo.
Comunque, il tema della messa in discussione dell'eccezionalità USA resta centrale, probabilmente assisteremo a una mancanza di investimenti, in un contesto di grande incertezza alimentato da Trump. Se non stiamo ancora assistendo a una recessione USA, prosegue Willis, l'esito più probabile è la stagflazione, che si tradurrebbe in una crescita intorno allo 0,5%, in un'inflazione tra il 3,5% e il 4%, con un aumento della disoccupazione dal 4,2% a circa il 4,7%. Ma la Fed sarà probabilmente molto più preoccupata dell'inflazione che del rallentamento.
Se i dazi fossero mantenuti per un periodo prolungato, l’esperto di Columbia si aspetta un impatto significativo sugli utili, che però non si è ancora riflesso in una riduzione significativa delle aspettative. Permangono preoccupazioni sulla tenuta della domanda interna, uno dei principali motori della crescita USA, mentre gli ultimi dati sul sentiment dei consumatori sono molto deboli e vicini ai minimi storici, ma bisogna aspettare per vedere se si tradurranno in una debolezza economica reale. Columbia prevede un periodo turbolento per i comunicati economici e seguirà con attenzione le uscite dei prossimi dati.
Nel complesso, secondo Willis, è improbabile che la volatilità sia finita, dato che i rischi principali persistono e i mercati rimangono incerti. Mentre le due superpotenze avviano politiche che di fatto bloccano gli scambi reciproci il resto del mondo deve affrontare l'incertezza e capire come mitigare l'impatto dei dazi attraverso negoziati. Si tratta indubbiamente di un atto di autolesionismo economico degli USA, ma basato su un'ideologia che mira a rilanciare la produzione e colpire le altre potenze come Ue e Cina.
Che il tutto causerà una recessione è certamente una possibilità, secondo l’esperto di Columbia Threadneedle Investments, che per questo sta monitorando attentamente eventuali segni di indebolimento che emergano dai sondaggi e che possano trovare riscontro nei dati concreti. Se questi segnali dovessero intensificarsi, rileva Willis in conclusione, potrebbero influenzare la valutazione complessiva e determinare un’ulteriore correzione al ribasso dei mercati, che sembrano non aver ancora pienamente scontato il rischio recessivo.
RECESSIONE USA PIÙ PROBABILE MA NON È ANCORA LO SCENARIO BASE
Columbia Threadneedle Investments, nel weekly market outlook a cura di Anthony Willis, Investment Manager, aggiunge che anche la Cina ha manifestato la disponibilità a riaprire il dialogo, subordinandola a un atteggiamento più rispettoso degli USA. Secondo Willis è proprio possibile che gli USA si stiano imbarcando in un atto di autolesionismo economico, ed il rischio di recessione è chiaramente aumentato, ma per il momento non rappresenta la l’ipotesi di base di Columbia. Il posizionamento degli investitori e i sondaggi sono estremamente deboli, il che significa che potrebbero esserci rischi di rialzo nel caso di sorprese positive dai colloqui commerciali, se avranno luogo.
L’ECCEZIONALITÀ AMERICANA VIENE MESSA IN DISCUSSIONE
Comunque, il tema della messa in discussione dell'eccezionalità USA resta centrale, probabilmente assisteremo a una mancanza di investimenti, in un contesto di grande incertezza alimentato da Trump. Se non stiamo ancora assistendo a una recessione USA, prosegue Willis, l'esito più probabile è la stagflazione, che si tradurrebbe in una crescita intorno allo 0,5%, in un'inflazione tra il 3,5% e il 4%, con un aumento della disoccupazione dal 4,2% a circa il 4,7%. Ma la Fed sarà probabilmente molto più preoccupata dell'inflazione che del rallentamento.
I DAZI NON HANNO ANCORA IMPATTATO LE ATTESE SUGLI UTILI
Se i dazi fossero mantenuti per un periodo prolungato, l’esperto di Columbia si aspetta un impatto significativo sugli utili, che però non si è ancora riflesso in una riduzione significativa delle aspettative. Permangono preoccupazioni sulla tenuta della domanda interna, uno dei principali motori della crescita USA, mentre gli ultimi dati sul sentiment dei consumatori sono molto deboli e vicini ai minimi storici, ma bisogna aspettare per vedere se si tradurranno in una debolezza economica reale. Columbia prevede un periodo turbolento per i comunicati economici e seguirà con attenzione le uscite dei prossimi dati.
IL MONDO CERCA DI MITIGARE L’IMPATTO DELLO SCONTRO USA-CINA
Nel complesso, secondo Willis, è improbabile che la volatilità sia finita, dato che i rischi principali persistono e i mercati rimangono incerti. Mentre le due superpotenze avviano politiche che di fatto bloccano gli scambi reciproci il resto del mondo deve affrontare l'incertezza e capire come mitigare l'impatto dei dazi attraverso negoziati. Si tratta indubbiamente di un atto di autolesionismo economico degli USA, ma basato su un'ideologia che mira a rilanciare la produzione e colpire le altre potenze come Ue e Cina.
NON ANCORA PIENAMENTE SCONTATO IL RISCHIO RECESSIONE
Che il tutto causerà una recessione è certamente una possibilità, secondo l’esperto di Columbia Threadneedle Investments, che per questo sta monitorando attentamente eventuali segni di indebolimento che emergano dai sondaggi e che possano trovare riscontro nei dati concreti. Se questi segnali dovessero intensificarsi, rileva Willis in conclusione, potrebbero influenzare la valutazione complessiva e determinare un’ulteriore correzione al ribasso dei mercati, che sembrano non aver ancora pienamente scontato il rischio recessivo.