L'effetto delle tariffe

Adidas, gli utili migliorano ma a causa dei dazi i prezzi dei prodotti aumenteranno

I conti del primo trimestre sono andati più che bene. Ma a pesare sul futuro dell'azienda è la politica commerciale di Trump, tanto che sono già stati annunciati rincari su scarpe e abbigliamento

di Davide Lentini 29 Aprile 2025 13:47

financialounge -  Adidas dazi trump trimestrale 2025
Il primo trimestre 2025 si è chiuso con un risultato netto più che raddoppiato per Adidas. L'utile netto è stato infatti di 428 milioni di euro, in aumento del 151,3%, mentre l'utile operativo è salito dell'82% a 610 milioni. Bene anche i ricavi sono aumentati del 12,7% a 6,1 miliardi di euro. Risultati più che ottimi, che però non hanno convinto i vertici dell'azienda a rivedere le stime per l'intero esercizio. Le previsioni, infatti, restano invariate. A pesare sul resto dell'anno è "l'aumentata incertezza dovuta ai dazi americani e ai maggiori rischi macroeconomici".

ADIDAS E L'ESPOSIZIONE AI DAZI USA


"In un 'mondo normale' con questo trimestre positivo, un portafoglio ordini consistente e, in generale, un atteggiamento molto positivo nei confronti del nostro brand - ha commentato il Ceo di Adidas, Bjorn Gulden - avremmo migliorato le nostre previsioni per l'intero anno, sia per quanto riguarda i ricavi che l'utile operativo. E invece l'incertezza relativa ai dazi statunitensi ha attualmente posto fine a tutto questo. Sebbene avessimo già ridotto al minimo le esportazioni dalla Cina verso gli Stati Uniti, siamo ancora esposti a questi dazi, attualmente molto elevati".

RINCARI SU SCARPE E ABBIGLIAMENTO ADIDAS


A pesare su Adidas è anche il fatto che attualmente non possa produrre quasi nessuno dei suoi prodotti negli Stati Uniti, come invece vorrebbe Trump. Una situazione a cui si aggiunge l'aumento generale dei dazi da parte di tutti gli altri paesi di origine. Oggi Adidas produce scarpe e abbigliamento sportivo soprattutto in paesi come Vietnam e Cambogia che, in assenza di un accordo commerciale, si troveranno ad affrontare tariffe statunitensi superiori al 40%. "Proprio queste tariffe così elevate - ha aggiunto Gulden - finiranno per causare costi più elevati per tutti i nostri prodotti destinati al mercato statunitense".

 

 

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