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Andrea Delitala

Borse, importante valutare le occasioni generate dalla volatilità inattesa

Alla fine di gennaio è scattata una forte correzione nelle Borse: i fondamentali restano buoni, ma si potrebbero materializzare più opportunità tattiche da cogliere.

14 Febbraio 2018 10:01
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La correzione delle Borse, partita a fine gennaio, sembrerebbe essere stata amplificata soprattutto dalle posizioni short (ribassiste) sulla volatilità, in particolare quelle assunte da importanti fondi azionari a gestione attiva che sono stati presi in contropiede dal brusco balzo dal livello 13 a oltre il livello 37 del VIX (l’indice che misura la volatilità attesa dell’indice S&P500 di Wall Street).

La chiusura precipitosa di quelle posizioni ha generato fasi di panico sulle Borse che, tuttavia, non si sono estese ai mercati obbligazionari. In questi ultimi, invece, si è assistito a un ulteriore rialzo dei tassi per i timori che aspettative di inflazione superiori alle attese possano indurre le banche centrali, quali la Fed americana e la BoE inglese, ad accelerare il percorso dei rialzi dei tassi di riferimento o altri istituti centrali, come BCE e Bank of Japan, ad uscire dalle misure straordinarie di stimolo monetario.

Alla luce di questi movimenti, Andrea Delitala, Head of Investment Advisory e Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management, nel loro aggiornamento sulla strategia di investimento di febbraio 2018, ribadiscono la convinzione di restare “strategicamente sottopeso sulla componente obbligazionaria dei portafogli”. Certo, ammettono i due manager, il rialzo violento dei rendimenti (anche quelli reali, al netto cioè del’inflazione) ha raffreddato la fiducia degli investitori verso gli attivi a rischio come Borse, high yield e mercati emergenti, ma è altrettanto vero che dopo la correzione delle Borse le valutazioni azionarie sono tornate su livelli meno cari. Per esempio il rapporto prezzo/utili (p/e) a 12 mesi relativo all’indice S&P500 è passato da 18.5 a 17 (livello al quale si attestava nel novembre 2016, cioè al momento della vittoria di Trump) mentre per le Borse europee il p/e a 12 mesi si posiziona ora a 13,5 (cioè lo stesso rapporto che evidenziava nel primo trimestre 2015 quando Draghi inaugurò il QE).

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“Riteniamo che la correzione delle Borse rappresenti un’opportunità di acquisto e non la fine del bull market (mercato rialzista) che ha segnato gli ultimi anni. Al tempo stesso, però, crediamo che questo episodio possa rappresentare un elemento di rottura rispetto al recente passato” affermano Andrea Delitala e Marco Piersimoni che, alla luce del ritorno di un regime di volatilità in linea con quella storica, ritengono che si possano materializzare opportunità tattiche da cogliere sui mercati. A tale proposito, i due manager non hanno dubbi nell’indicare il VIX e i tassi del Treasury USA a 10 anni come gli indicatori da osservare attentamente mentre per rivedere una ripresa degli indici delle Borse occorrerà attendere una normalizzazione della volatilità (sebbene su livelli maggiori di quelli sperimentati nel corso del 2017).

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Andrea Delitala e Marco Piersimoni, infine, privilegiano il settore bancario rispetto a quello tecnologico. Il primo dovrebbe beneficiare di tassi di interesse più elevati e di curve più pendenti con maggiori differenziali tra tassi a breve e a medio lungo termine da sfruttare, mentre la tecnologia vede una grossa esposizione di investitori a livello internazionale oltre che essere un settore potenzialmente penalizzato dalla dinamica sui tassi.
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