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Idee di investimento – Obbligazioni – 21 marzo 2016

21 Marzo 2016 09:31
financialounge -  absolute return High Yield idee di investimento mercati obbligazionari
Il 2016 potrebbe rivelarsi l’anno di svolta per le strategie a rendimento assoluto nel reddito fisso, le più complesse e negli ultimi anni fortemente penalizzate. Lo sostiene, nell’articolo “Reddito fisso, l’anno di svolta per le strategie a rendimento assoluto”, Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, secondo il quale, a loro favore, giocano diversi fattori: dalla ricerca di rendimento al ritrovato interesse per i paesi emergenti, dai titoli in valuta forte e anche, debolmente, in valuta locale alle emissioni specializzate come le «Cat Bond», fino al debito mezzanino emesso da società con il massimo rating. A queste strategie nel reddito fisso si affiancano strategie azionarie neutrali alla direzionalità degli indici, tecniche long/short che prendono posizione approfittando anche dell’emotività che distingue alcune fasi di mercato. Secondo Carlo Benetti, infatti, sebbene dalla seconda metà di febbraio i mercati abbiano ripreso tono e forma, aiutati da una certa stabilità del prezzo del petrolio e da migliori dati sul fronte dell’economia reale, poi corroborati dalle recenti ulteriori misure della BCE, non è così semplice passare in modalità risk on: il modo di dire gergale che si riferisce a momenti in cui l’umore prevalente tra gli operatori di mercato è più favorevole («on»), rispetto a quando è più avverso («off»), al rischio.

“Pur riconoscendo che la ripresa globale è inferiore alle aspettative e che le stime di rendimento delle diverse asset class risultano ora più contenute, riteniamo che oggi i mercati riflettano una visione distorta dei fondamentali: le valutazioni sono interessanti e vediamo opportunità nelle probabili correzioni future” fanno sapere, nell’articolo “Guardare ai fondamentali per scegliere i titoli più interessanti”, gli esperti di Goldman Sachs Asset Managment (GSAM) i quali, vista la maturità dell’attuale ciclo, preferiscono adottare un approccio più cauto di come sarebbe potuto essere durante precedenti fasi di volatilità: il rischio di ulteriori turbolenze induce a mantenere un posizionamento relativamente tattico nel breve periodo. “Nel frattempo, preferiamo gli emittenti esposti alla crescita statunitense ed a prezzi inferiori del petrolio, come quelli dei settori correlati ai beni di consumo e all’immobiliare e di alcune aree difensive come le telecomunicazioni mobili e il settore dei cavi. Riteniamo che il mercato del credito europeo benefici delle misure di stimolo della BCE e di una ripresa economica in fase iniziale, sebbene queste emissioni offrano spread inferiori a quelli statunitensi. Preferiamo anche i prestiti bancari, data la loro minore esposizione alla volatilità del petrolio e dei mercati dei tassi, la loro seniority nella struttura del capitale e la qualità creditizia nel complesso superiore a quella delle obbligazioni high yield” spiegano gli esperti di GSAM.

A proposito di high yield, la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, ne conferma il sovrappeso a discapito dei Treasury USA (i titoli del Tesoro americani). Secondo la PSU i titoli USA ad alto rendimento, implicano, alle attuali quotazioni, che i tassi d’insolvenza (fallimenti) saliranno a circa il 13%: si tratta tuttavia di un deterioramento del merito di credito degli emittenti high yield che è difficile da riconciliare con i trend positivi che la PSU prevede nei prossimi mesi. “Reputiamo interessanti anche le obbligazioni emergenti in valuta locale. I nostri indicatori proprietari segnalano una significativa accelerazione dell’attività economica negli ultimi tre mesi nell’insieme dei mercati emergenti, e prevediamo che nei prossimi mesi la ripresa sarà trainata dai Paesi asiatici con una solida base manifatturiera” aggiungono, nell’articolo “Obbligazioni, puntare su high yield USA e debito emergente”, gli esperti della PSU che, tenendo conto che i rendimenti delle obbligazioni emergenti in valuta locale sono prossimi al 7% e le valute, secondo i loro calcoli, sono sottovalutate rispetto al dollaro USA, gli investitori sono adeguatamente remunerati per i rischi insiti nell’asset class.
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