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Amundi vede opportunità nel credito con le banche centrali pronte a tagliare

Monica Defend, Head di Amundi Investment Institute, e Amaury D'Orsay, Head of Fixed Income, analizzano le prospettive del mercato del credito nel 2024 supportato da solidi rendimenti e domanda degli investitori

di Virgilio Chelli 27 Febbraio 2024 10:33
financialounge -  Amaury d'Orsay Amundi Monica Defend

I mercati del credito sono rimasti resilienti in un volatile 2023, registrando rendimenti totali e in eccesso positivi. Guardando al 2024, c'è spazio per un maggior ottimismo con aspettative di forti rendimenti totali e continua domanda da parte degli investitori alla ricerca di investimenti con durata media di qualità e con scadenze più lunghe, sostenute dalla previsione di tagli dei tassi delle principali banche centrali. E’ l’indicazione di Amundi in un commento di Monica Defend, Head di Amundi Investment Institute, e Amaury D'Orsay, Head of Fixed Income.

INVESTMENT GRADE INTERESSANTE SOPRATTUTTO IN EUROZONA


In particolare, le valutazioni dell’Investment Grade sono considerate interessanti, soprattutto nell'Eurozona, dove gli spread europei compensano un contesto potenzialmente difficile e sono relativamente a buon mercato. I titoli finanziari e in particolare i bancari sono favoriti rispetto a quelli non finanziari e Amundi esprime una visione positiva anche sul debito subordinato in euro. I dati tecnici sono favorevoli al segmento High Yield, il cui carry è ben sopra del livello di medio termine e i fondamentali sono solidi.

OPPORTUNITÀ NELLE OBBLIGAZIONI ESG


Defend e D’Orsay aggiungono che le obbligazioni verdi, sociali e sostenibili offrono ulteriori opportunità, con l'Europa in testa. Questo mercato ha registrato una crescita significativa globale e rappresenta una leva efficace per raggiungere gli obiettivi net zero. Gli investimenti in green bond sono diventati una asset class globale, che offre diversificazione per i portafogli attivi, mentre l'evoluzione delle normative, l'attenzione delle banche centrali, l'aumento della domanda e della trasparenza genereranno un impatto positivo.

LASCIATI ALLE SPALLE I TIMORI DI CRISI BANCARIA


Nel 2023 il mercato si è lasciato alle spalle i timori di una crisi bancaria regionale negli USA, della svalutazione delle obbligazioni AT1 di Credit Suisse e della fusione con UBS, nonché del declassamento del rating USA, per registrare rendimenti positivi sia in eccesso sia totali. Nel 2024 Amundi rimane positiva sul credito, prevedendo forti rendimenti totali e una continua domanda di rendimento e duration, con le scadenze brevi rese meno interessanti dagli attesi tagli dei tassi, e continua a cercare la qualità, privilegiando l’Investment Grade rispetto all’High Yield, su cui si attende comunque opportunità in corso d'anno.

I TASSI DI DEFAULT RESTANO COMUNQUE BASSI


I fondamentali delle aziende si stanno deteriorando, ma da livelli sani. L'impatto degli aumenti dei tassi dovrebbe intensificarsi nel 2024, con l'aumento delle esigenze di rifinanziamento, ma Amundi non prevede un “muro delle scadenze” immediato. Nel 2023 i tassi di default degli HY in euro sono rimasti bassi e negli USA sono stati quasi interamente rappresentati da emittenti CCC più basso. Inoltre, gli indici di sofferenza non mostrano una storia settoriale specifica, potenzialmente in grado di alimentare i default.

VERSO UN 2024 GESTIBILE PER IL CREDITO


Lo scenario di base di Amundi ipotizza assenza di recessione ma crescita molto bassa in Europa e prevede tassi di default del 3,5-4,0% per gli HY in euro, con rischi orientati verso l'alto con i costi di finanziamento in evidenza. Ma il 2024 sembra comunque gestibile: le aziende hanno iniziato ad affrontare le scadenze del 2025, riducendo il debito prevalentemente sul mercato dei prestiti e in misura minore sulle obbligazioni. Secondo le proiezioni di Amundi, il 2025 e il 2026 dovrebbero essere più impegnativi, poiché la trasmissione dell’impatto dei tassi pìù elevati sulle cedole richiede tempo.

STABILIZZAZIONE ANCHE IN USA


Negli USA invece la previsione è che i tassi di default dei titoli HY raggiungeranno livelli leggermente superiori a quelli europei che si attestano al 5,5-6%, soprattutto a causa dei titoli con rating più basso. Ma, contrariamente agli scenari di base di alcune agenzie di rating, che prevedono un picco di insolvenze nel primo e secondo trimestre, seguito da una tendenza al ribasso nel secondo semestre, Defend e D’Orsay pensano che le insolvenze si stabilizzeranno intorno a questi livelli.
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