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L'analisi

Perché Capital Group ritiene non eccessive le valutazioni azionarie

Non è da escludere una certa volatilità legata agli utili, alle elezioni, al ritmo dei tagli dei tassi di interesse o agli eventi geopolitici, ma secondo Marc Nabi (Capital Group) le azioni si trovano in una posizione privilegiata

di Leo Campagna 24 Aprile 2024 09:24
financialounge -  Capital Group Marc Nabi mercati mercati azionari

Nonostante le recenti impennate, le valutazioni complessive dei mercati azionari non sembrano eccessive. Ne è convinto Marc Nabi, Equity Investment Director di Capital Group. Il manager ammette che ci potranno essere diversi fattori capaci di smentire le previsioni favorevole all’equity che, tuttavia, resta in una posizione privilegiata.

CRUCIALE LA CRESCITA DEGLI UTILI


La crescita degli utili, in particolare, sarà cruciale per l’andamento delle Borse. Le prospettive sono incoraggianti con il produttore di chip Nvidia che ha annunciato ottimi dati sulla crescita dei profitti e Meta con un risultato netto che dimostra tutta l'efficacia delle misure di contenimento dei costi avviate un paio di anni fa: l’azienda di Mark Zuckerberg ha persino annunciato la distribuzione di un dividendo. “In base ai dati FactSet, il tasso misto di crescita degli utili delle società nel settore IT dell'indice S&P 500 avrebbe registrato un rialzo del 22,7% su base annua. Le valutazioni di queste società sono elevate ma non eccessive e a nostro avviso non è opportuno trascurarle” spiega Nabi.

I RAPPORTI PREZZO/UTILI (P/E)


D’altra parte, nota il manager di Capital Group, l'analisi dell'intervallo dei rapporti P/E su base decennale della maggior parte dei settori rivela che potrebbe esserci ancora margine di crescita. Allargando la panoramica a livello globale, considerando il P/E forward a 12 mesi dell’indice MSCI ACWI, la maggior parte dei settori sembra beneficiare di prezzi interessanti. Molti di questi settori hanno raggiunto o superato appena la media decennale dei relativi rapporti P/E forward, in un momento in cui le banche centrali di tutto il mondo dovrebbero allentare la politica monetaria e i tassi di interesse a lungo termine potrebbero scendere.

CRESCITA DEI PROFITTI NEI SETTORI NON TECNOLOGICI


Intanto, con la ripresa della crescita degli utili nei settori non tecnologici, un insieme più diversificato di società potrebbe attirare l'attenzione degli investitori. “Per ridurre il rischio di concentrazione del portafoglio, si potrebbe optare per una maggiore diversificazione riducendo l'esposizione complessiva alle società tecnologiche e alle azioni statunitensi” puntualizza Nabi.

IL SOSTEGNO DEI FLUSSI DI CASSA


Resta il fatto che le società dell'indice S&P 500 (escluse quelle finanziarie) detengono liquidità ai livelli prossimi ai massimi degli ultimi 10 anni, il che potrebbe favorire buyback azionari, operazioni straordinarie (M&A) e la distribuzione di dividendi. “Le spese in conto capitale sono previste in aumento per soddisfare gli ingenti investimenti nei data center necessari per l'IA, ma anche per gli investimenti infrastrutturali necessari a sostenere il reshoring delle filiere. Questi investimenti dovrebbero tradursi in una crescita costante del flusso di cassa per un'ampia gamma di società operanti in molti settori” argomenta il manager di Capital Group.

VOLATILITÀ LEGATA A ELEZIONI, TAGLIO DEI TASSI E EVENTI GEOPOLITICI


A proposito di flusso di cassa disponibile (FCF), la sua analisi consente di evincere, con buona approssimazione, lo stato di salute delle imprese. Nel 2023 l'FCF delle società non finanziarie dell'indice S&P 500 è salito del 12,3% annuo, raggiungendo i massimi di sempre a quasi 1.500 miliardi di dollari USA. “Gli investitori usano spesso il rapporto tra capitalizzazione di mercato e flusso di cassa disponibile per le valutazioni: a fine 2023, era pari a 26,4x, rispetto al livello di 52x raggiunto nel momento di picco della bolla delle dot.com nel 1999” riferisce Nabi. Secondo il quale i fondamentali e il contesto macroeconomico restano ancora solidi per le azioni, anche se non esclude una certa volatilità legata agli utili, alle elezioni, al ritmo dei tagli dei tassi di interesse o agli eventi geopolitici.
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