Weekly Bulletin
Cina sotto i riflettori, parte un Congresso cruciale per l’economia e non solo
Mercati e investitori in attesa dei nuovi stimoli fiscali e monetari per far ripartire il gigante in crisi che dovrebbero arrivare da Xi Jinping all’appuntamento più importante dell’anno che si apre mercoledì
di Stefano Caratelli 3 Marzo 2025 08:18

Il 2025 sarà anche l’anno in cui la Cina riuscirà a cambiare pelle, come il Serpente di cui porta il segno, ed uscire dal tunnel della stagnazione in cui si è infilata tre anni fa con il violento sgonfiamento della bolla immobiliare? Gli occhi di investitori e mercati sono puntati sulle misure che il presidente Xi Jinping dovrebbe annunciare al Congresso del Popolo che si apre mercoledì per far ripartire produzione e domanda interna. Il target di crescita del PIL dovrebbe essere confermato in area 5%, che ha sostanzialmente tenuto negli ultimi due anni dopo i violenti strappi nelle due direzioni dovuti prima all’impatto del Covid e poi al collasso dei prezzi delle proprietà, gonfiati in stile subprime USA da una politica che proprio come quella di Bush Junior vent’anni fa puntava tutto sull’effetto ricchezza e troppo poco su una crescita autosostenibile non basata solo sull’export.
Mercati e investitori si aspettano molto da nuove misure fiscali e monetarie. L’Analyst Survey 2025 condotta da Fidelity International su oltre 100 analisti globali ha rivelato che gli esperti della grande casa nutrono forti aspettative per il 2025 e oltre, con il 70% convinto che la politica monetaria avrà un impatto positivo sui fondamentali delle aziende, mentre più dell'80% si aspetta lo stesso dai nuovi piani fiscali attesi dal Congresso del Popolo. Storicamente, la Cina ha mostrato una notevole impermeabilità alle turbolenze economiche e finanziarie globali, fungendo anche da ammortizzatore, come dopo la grande crisi post-Lehman, quando ha esibito tassi di crescita vicini al 10% ben sopra i target, come mostra il grafico qui sotto, mentre si è rivelata vulnerabile ai fattori interni, come la bolla immobiliare, senza tuttavia effetti contagio rilevanti sul resto del mondo.

Pil cinese (linea rossa) vs target (linea blu). Fonte: Nbs, Reuters
Alla bolla immobiliare negli ultimi anni si sono aggiunti il ridimensionamento degli scambi con l’Europa, Germania soprattutto, seguito alla guerra in Ucraina, e le tensioni commerciali con gli USA, riaccese con Trump 2.0, mentre i movimenti tettonici in corso a livello geopolitico potrebbero alimentare tentazioni di cercare scorciatoie militari, vedi Taiwan, per risollevare il morale degli sfiduciati consumatori cinesi. A Pechino non mancano comunque i margini per percorrere la strada degli stimoli monetari e fiscali, vista l’inflazione assente, in area 2%, e un deficit pubblico che viaggia a un più che sostenibile 3% del PIL, anche se ai massimi storici, e cercare di far ripartire così consumi e crescita.
I nuovi stimoli attesi dal Congresso includono un ricorso più aggressivo all’emissione di debito pubblico, con gli economisti di Goldman Sachs che prevedono emissioni nette totali di titoli di Stato in aumento da 9.000 miliardi di yuan a 13.000 miliardi, pari a quasi 1.800 miliardi di dollari. Ma Pechino potrebbe anche decidere di lasciarsi margini per sostenere l’impatto della nuova guerra dei dazi. Anche i possibili annunci che usciranno dal Congresso sul settore della difesa saranno al centro dell’attenzione.
Il FT ha rivelato di recente che il numero dei delegati in rappresentanza dei militari è in diminuzione a questa edizione del Congresso, e potrebbe restringersi ancora, a seguito delle “purghe” anticorruzione lanciate dal presidente Xi Jinping. Non si tratta però di un segnale di minor peso del settore difesa, la cui spesa continua a crescere, ma dell’indicazione di una maggior “presa” della politica sui militari, le cui conseguenze andranno monitorate con attenzione. Il focus sulla competizione USA-Cina è focalizzato molto su tecnologia e IA, ma quella nella difesa è altrettanto accesa, con Pechino che aumenta costantemente la spesa e gli americani che tengono il passo, tenendo le due grandezze a distanza.
Bottom line. Diverse grandi case di investimento includono la Cina nella lista delle possibili sorprese positive del 2025, dopo le delusioni sofferte negli anni dal Covid in poi. Il Congresso del Popolo che si apre il 5 marzo è un evento da seguire con attenzione, e da leggere in trasparenza rispetto a quelli che saranno gli annunci ufficiali, sia per le prospettive interne della seconda potenza economica del pianeta che per le implicazioni su scala globale.
GLI ANALISTI DI FIDELITY SI ASPETTANO IMPATTO POSITIVO
Mercati e investitori si aspettano molto da nuove misure fiscali e monetarie. L’Analyst Survey 2025 condotta da Fidelity International su oltre 100 analisti globali ha rivelato che gli esperti della grande casa nutrono forti aspettative per il 2025 e oltre, con il 70% convinto che la politica monetaria avrà un impatto positivo sui fondamentali delle aziende, mentre più dell'80% si aspetta lo stesso dai nuovi piani fiscali attesi dal Congresso del Popolo. Storicamente, la Cina ha mostrato una notevole impermeabilità alle turbolenze economiche e finanziarie globali, fungendo anche da ammortizzatore, come dopo la grande crisi post-Lehman, quando ha esibito tassi di crescita vicini al 10% ben sopra i target, come mostra il grafico qui sotto, mentre si è rivelata vulnerabile ai fattori interni, come la bolla immobiliare, senza tuttavia effetti contagio rilevanti sul resto del mondo.

Pil cinese (linea rossa) vs target (linea blu). Fonte: Nbs, Reuters
TENSIONI GEOPOLITICHE E POSSIBILI TENTAZIONI MILITARI
Alla bolla immobiliare negli ultimi anni si sono aggiunti il ridimensionamento degli scambi con l’Europa, Germania soprattutto, seguito alla guerra in Ucraina, e le tensioni commerciali con gli USA, riaccese con Trump 2.0, mentre i movimenti tettonici in corso a livello geopolitico potrebbero alimentare tentazioni di cercare scorciatoie militari, vedi Taiwan, per risollevare il morale degli sfiduciati consumatori cinesi. A Pechino non mancano comunque i margini per percorrere la strada degli stimoli monetari e fiscali, vista l’inflazione assente, in area 2%, e un deficit pubblico che viaggia a un più che sostenibile 3% del PIL, anche se ai massimi storici, e cercare di far ripartire così consumi e crescita.
GOLDMAN PREVEDE RICORSO PIU’ AGGRESSIVO AL DEBITO PUBBLICO
I nuovi stimoli attesi dal Congresso includono un ricorso più aggressivo all’emissione di debito pubblico, con gli economisti di Goldman Sachs che prevedono emissioni nette totali di titoli di Stato in aumento da 9.000 miliardi di yuan a 13.000 miliardi, pari a quasi 1.800 miliardi di dollari. Ma Pechino potrebbe anche decidere di lasciarsi margini per sostenere l’impatto della nuova guerra dei dazi. Anche i possibili annunci che usciranno dal Congresso sul settore della difesa saranno al centro dell’attenzione.
SOTTO I RIFLETTORI ANCHE IL FATTORE DIFESA
Il FT ha rivelato di recente che il numero dei delegati in rappresentanza dei militari è in diminuzione a questa edizione del Congresso, e potrebbe restringersi ancora, a seguito delle “purghe” anticorruzione lanciate dal presidente Xi Jinping. Non si tratta però di un segnale di minor peso del settore difesa, la cui spesa continua a crescere, ma dell’indicazione di una maggior “presa” della politica sui militari, le cui conseguenze andranno monitorate con attenzione. Il focus sulla competizione USA-Cina è focalizzato molto su tecnologia e IA, ma quella nella difesa è altrettanto accesa, con Pechino che aumenta costantemente la spesa e gli americani che tengono il passo, tenendo le due grandezze a distanza.
Bottom line. Diverse grandi case di investimento includono la Cina nella lista delle possibili sorprese positive del 2025, dopo le delusioni sofferte negli anni dal Covid in poi. Il Congresso del Popolo che si apre il 5 marzo è un evento da seguire con attenzione, e da leggere in trasparenza rispetto a quelli che saranno gli annunci ufficiali, sia per le prospettive interne della seconda potenza economica del pianeta che per le implicazioni su scala globale.
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